"Paola Navone, grande viaggiatrice, si considera cittadina del mondo e si muove con felice disinvoltura tra i ruoli di architetto, designer, art director, arredatrice, consulente d’immagine. Ha vissuto e lavorato a lungo in Oriente. Il suo personale tocco: la realizzazione di oggetti in bilico tra design e artigianato." - Driade

 

Un  altro appuntamento con le voci del design al femminile: oggi vi parliamo di Paola Navone, torinese di nascita ma milanese di adozione. Paola Navone ha una personalità inarrestabile e curiosa: tanti i ruoli nel mondo del design, da architetto, a designer, ad art director, anche arredatrice, persino curatrice di mostre ed eventi. Cosmopolita e sempre in viaggio, ha una passione per i colori dell’Oriente  e le forme dell’Occidente.

Il viaggio è una componente essenziale della sua esistenza, come raccontato in più interviste: per Paola Navone viaggiare è un concetto ampio, un allenamento mentale di apertura - ”... aprire gli occhi e di andare in giro per il mondo. Si possono fare anche dei micro viaggi, in città, al bar, al mercato, in casa propria, una giornata in Paolo Sarpi è già un viaggio...”.

La passione per l’Oriente nasce a seguito di una consulenza per Unido e Banca Mondiale in favore delle Filippine, Indonesia, Malesia e Thailandia: si occupa infatti della costruzione dell’immagine e del prodotto nel triennio 1985-88, un’esperienza che segnerà positivamente anche il suo approccio alla creatività.

Dopo la laurea in Architettura nel 1973 al Politecnico di Torino, si avvicina prima al gruppo Alchimia poi al gruppo Memphis, avanguardia del design italiano tra gli anni ‘70 e ‘80, collaborando con  Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Andrea Branzi e Alessandro Guerriero. Nel 1983 vince la prima edizione dell’International Design Award di Osaka; è Designer dell’anno per la prestigiosa rivista tedesca Architektur & Wohen nel 2000 e nel 2011 vince con 2 progetti l’Elle Deco International Design Awards.

Nel 1988 crea la divisione Mondo con Giulio Cappellini, seguendo il progetto in tutte le sue sfaccettature: dal design di mobili e oggetti al progetto immagine, dal marketing alla gestione dello staff creativo. Lo stesso processo avviene con Piazza Sempione, sviluppando il concept del marchio, dei punti vendita e degli showroom a Milano, Roma, Dusseldorf, Las Vegas e Tokyo.

Collabora con le firme più importanti del design internazionale (Armani Casa, Knoll International, Alessi, Driade, Piazza Sempione, Casamilano, Molteni, Poliform, Abet Laminati, Mondo, Dada, Natuzzi, Swarovski, Riva 1920).

Per Riva 1920, ad esempio, ha creato l’iconico sgabello Fungo, realizzato in legno massello di cedro: un esempio della sinergia tra artigianato e industria, che giungono così ad una sintesi tra tradizione e design contemporaneo, con un pizzico di immaginazione che rende Fungo suggestivo ed evocativo.

Rimanendo nel filone “little things make a big difference”, il tavolino Vulcano, disegnato per Poliform, ha una forma semplice ed essenziale: questo coffee table, dalla forte personalità, è in grado di conferire freschezza a ogni ambiente, grazie alle sue linee pulite.

Paola è anche direttore artistico di Gervasoni dal 1998, e si occupa in prima persona del disegno di gran parte delle collezioni.

Tra queste, InOut è una linea dual purpose, sia per l’indoor che per l’outdoor. Materiali diversi tra loro, come la ceramica, la pietra, l’alluminio e il polietilene intrecciato a mano, vengono quasi mescolati, dando vita ad un’ampia scelta di sedute, tavoli, divani, poltrone e complementi d’arredo.

Anche Croco, che prende il nome dal materiale usato per l’intreccio (nella lingua indigena di Kalimantan si chiama Buaya, e viene tradotto in coccodrillo) è una linea adatta sia per l’indoor che per l’outdoor, dove trova la sua collocazione ideale. La collezione comprende sedute, divani, tavolini e lampadari realizzati con la tecnica dell’intreccio su una struttura in legno, multistrato e rattan.

Ghost, invece, è un progetto tessile non convenzionale: una famiglia di imbottiti che si veste e si sveste, acquisendo aspetti diversi a seconda del rivestimento (di lusso, grazie al broccato, o di semplicità, grazie al lino). Disponibile anche nella versione outdoor, arreda patio, terrazzo o bordo piscina con avvolgente eleganza.

Nel suo andirivieni da un capo all’alto del mondo Paola ha trovato anche il tempo di arredare due hotel per Christina Ong, magnate dell’hotellerie (the Queen of Bond Street), a Pucket e a Miami.

Non convenzionale questa metafora del design:

“...ho sempre pensato che il design somigli a una frittata: ai funghi o alle zucchine, basta che sia buona...“,  che rende Paola Navone una delle designer più eclettiche, funky e legendary (come amano definirla oltre Italia) del panorama internazionale.

 

Scopri il design firmato da Paola Navone su Mohd: http://bit.ly/PaolaNavoneDesign

 

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