Ha quarant'anni tondi il designer italo-svedese Luca Nichetto, ma dalla quantità di creazioni, 400 in 15 anni di carriera, pare avere alle spalle una storia millenaria come il vetro. E non è un caso se citiamo questo materiale, pregiato e versatile: Nichetto è di Murano, e quando venne al mondo, nel 1976, la sua famiglia era già alla seconda generazione di artisti del vetro. Suo nonno era mastro vetraio, la mamma decoratrice. E questo background lo spinse a iscriversi prima all’Istituto d’arte di Venezia, poi a laurearsi in industrial design. Un anno dopo, nel 1999, cominciava a lavorare col vetraio Salviati, per poi collaborare con Foscarini dal 2003.  La prima lampada firmata per l'azienda di illuminazione si chiama O-Space, ma una delle più famose sarebbe stata realizzata negli anni a venire: Stewie. Il nome è noto ai fan dei Griffin, la serie animata seconda per celebrità solo ai Simpson, ed è proprio dal curioso personaggio del bimbo con la testa enorme a forma di uovo che Nichetto prende l'ispirazione per dar vita a una insolita lampada da terra grande di dimensioni e ricoperta di un tessuto soffice e leggero, in grado di emettere una luce obliqua che la rende un punto focale perfetto in qualunque ambiente. 

Nel 2006 Nichetto apre il suo studio a Venezia, ma cinque anni dopo si trasferisce nel suo secondo paese d'origne, la Svezia, dove ormai vive e lavora stabilmente, seppur spostandosi spesso tra l'uno e l'altro. Le collaborazioni internazionali non si contano, nei settori dell'industrial design, dell'interior design e anche dell'architettura. Ma ciò che distingue il lavoro di entrambi i centri nevralgici dell'attività di Nichetto, vere calamite per talenti di tutto il mondo, è la capacità di unire due poli e due culture: l'ironia e il romanticismo italiani e l'understatement scandinavo. Un'impresa apparentemente impossibile, eppure ben riuscita.

La collezione Cloud per &Tradition non è che uno degli innumerevoli esempi: "La mia idea era di unire le tradizioni di produzione di divani italiana e danese. Cloud ha la forma definita del design danese e i cuscini morbidi e accoglienti dell'eredità italiana".

A sentire Nichetto, gli ingredienti sono semplici, ma sono l'idea e la manopera a fare la differenza, risultando in un elemento d'arredo comodo ma elegante e per di più ridimensionato, quindi pensato per gli appartamenti contemporanei. L'esclusivo tessuto Kvadrat Sunniva fa il resto:

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E' stata invece progettata per cassina la celebre sedia Motek, che si distingue per l'innovativa tecnica produttiva basata sullo stampaggio per pressione, che consente di ottenere una scocca a partire da un foglio di feltro reso poi robusto dall'applicazione di pieghe che ne mantengono immutata la leggerezza:

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La stessa combinazione di semplicità e ricercatezza è all'origine di un'altra creazione per Cassina: la serie di tavolini Torei 381. L'intuizione geniale è nel bordo, rialzato per permettere al piano di trasformarsi in contenitore. E nella modularità: gli elementi della collezione possono infatti essere combinati o meglio intrecciati tra loro:

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Se vi piacciono le linee stondate, quando non proprio arrotondate, che paiono occhieggiare agli anni cinquanta e sessanta, non perdetevi la collezione in ceramica Swell per Petite Friture: il nome è un richiamo all'America dei surfisti, e indica in gergo l'onda perfetta. Non vi pare di sentire i Beach Boys in sottofondo?

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Restiamo in America con un accessorio che è già un cult: Inception di Seletti, mini riproduzione in silicone dell'isola di Manhattan ispirata all'omonimo film di Cristopher Nolan con un indimenticabile Leonardo Di Caprio: perfetta come scolapiatti o organiser, in cucina come in ufficio, utile per attirare l'attenzione:

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Ci spostiamo invece a Tokyo per la serie Toshi di Casamania, una collezione di mobili contenitori incisi con motivi geometrici ispirati ai mosaici giapponesi. Come il nome: "toshi" significa città. 

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Chiudiamo portando in primo piano una poltroncina che nell'immagine sopra è appena inquadrata: Nuance, progettata sempre per Casamania, un vero inno all'artigianalità con le sue sfumature variopinte ottenute con un minuzioso lavoro di tappezzeria manuale ricucendo gli scampoli di scarto dei tessuti.

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