Un nome di origine incerta, forse crasi dei cognomi dei soci fondatori Castelli e Rastelli; una mission chiarissima, democratizzare il design nobilitando la plastica: dal 1949, quando nasce a Noviglio, nel milanese, Kartell si è affermata come brand di culto sul panorama internazionale. Il padre dell'azienda era l'ingegnere chimico Giulio Castelli, allievo di Giulio Natta, l'accademico che nel 1963 avrebbe ottenuto il premio Nobel assieme al collega tedesco Karl Ziegler per le scoperte nell'ambito dei polimeri. Castelli adottò proprio la plastica per “produrre oggetti che avessero caratteristiche innovative, intese come applicazione di nuove tecnologie produttive, rivolte all’economia del materiale e all’efficienza del processo”.

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La lavorazione di quel composto all'epoca così innovativo era costantemente in fase sperimentale, e Castelli si orientò dapprima sulla produzione di accessori per l'auto e la casa, per poi passare ai complementi d'arredo.

Presto il brand iniziò a collaborare con alcuni dei designer più celebri e visionari dell'epoca, da Gae Aulenti a Ettore Sottsass, da Marco Zanuso a Richard Sapper, le cui creazioni approdarono nel 1972 al Museum of Modern Art di New York in occasione di una mostra sull'arredamento made in Italy.

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È tuttora esposta nel celebre museo americano la Seggiolina 4999 di Sapper e Zanuso: Compasso d'Oro nel 1964, è la prima seduta per i più piccoli al mondo realizzata in materiale plastico con lo stampo a iniezione.

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Seguirà il successo dei Componibili firmati dalla moglie del fondatore, Anna Castelli Ferrieri, e ancora in produzione.

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Nel 1988 il manager milanese Claudio Luti, un passato come braccio destro di Gianni Versace, rileva l'azienda e ne consolida il successo internazionale inaugurando nuove collaborazioni celebri: Ron Arad, che firma l'iconica libreria flessibile Bookworm,

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Antonio Citterio, premiato col Compasso d'Oro nel 1994 per il sistema di cassettiere su ruote Mobil in metacrilato, un materiale indistruttibile, ma simile al vetro per eleganza e lucidità.

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Vico Magistretti, che sessat'anni fa progettava la sedia Maui, best seller del brand con più di 1.500.000 pezzi venduti in tutto il mondo.

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E poi Philippe Starck, che nel 1988 dà vita a Dr.Glob, seduta avveniristica che mostrava al mondo dell'interior design le potenzialità ancora sconosciute della plastica: la superficie opaca, il touch vellutato e i colori pastello.

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Nel 1999 il designer francese è l'autore di La Marie, prima sedia al mondo realizzata in policarbonato trasparente a iniezione in un unico stampo.

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Un innovativo processo produttivo che Starck avrebbe ripreso nel 2002 per una nuova icona, la poltroncina Louis Ghost, una delle più vendute e imitate nella storia del design. Frutto di una vera e propria sfida tecnologica, rappresenta anche la quintessenza del brand, con la sua fusione di ironia, audacia e rinnovamento materico. 

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Ciò che distingue Kartell, infatti, è la capacità di aver dato un volto nuovo e pregiato a un materiale considerato universalmente cheap, anche grazie all'uso di tecniche di lavorazione prese in prestito da altri settori industriali. Come per l'ultima sedia di Piero Lissoni, Piuma, sottilissima e leggerissima (pesa appena 2,2 kg) ma resistente e flessibile, prodotta in un materiale usato nell'automotive e nell'aeronautica, un innovativo polimero termoplastico complesso addizionato con fibra di carbonio, per la prima volta stampato a iniezione.

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Abbina la plastica alla ceramica uno dei più recenti pezzi firmati Antonio Citterio, il tavolo Multiplo

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Per riscoprire la storia di uno dei più celebri marchi di design italiani, che esportano in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti, dalla Russia all'India, non perdetevi il museo omonimo, fondato nel 1999, che raccoglie ed espone più di 1000 creazioni.

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