Falkland  è una lampada che stravolge tutti i canoni relativi al design delle lampade. E non ci stupisce che l’abbia immaginata e progettata nel 1964 Bruno Munari, che proprio del capovolgimento delle regole ha fatto il suo metodo, dando origine a una vera e propria scuola creativa la cui applicazione si è estesa a tutti gli ambiti: dall’educazione alla progettazione. Il primo elemento anomalo che salta all’occhio è il materiale con cui è stata realizzata: la filanca. Già, proprio quella delle calze da donna, bianca. Perché? Il motivo va ricercato proprio nell’approccio al progetto tipico di Bruno Munari  e incentrato sulla sperimentazione. In quegli anni Munari si era avvicinato all’estetica giapponese e per questa lampada, commissionata da Danese, aveva tratto spunto dalle tipiche lanterne di carta. Notando, tuttavia, che la carta si ingialliva e non era lavabile, assorbiva molta luce ed era anche fragile. Come ottenere lo stesso effetto estetico ma in un modo più durevole e pratico? Per rispondere a questo interrogativo Munari si recò in un’industria di maglieria dove iniziò a testare la possibilità di dare forma a un tubolare di maglia attraverso l’inserimento di cerchi in tubolare d’acciaio. Questa ricerca sarà decisiva per la progettazione della lampada, caratterizzata, nel suo design definitivo, da un tubolare di calza e da anelli metallici di diverso diametro. Proprio la misura diversa dei vari anelli le conferisce l’aspetto così particolare.

Falkland by Artemide

Facile da montare, ampia dopo il montaggio ma piccola da trasportare, Falkland ha anche un’altra caratteristica fondamentale: grazie a quella calza, infatti, la luce si diffonde in un modo del tutto particolare. Viene utilizzato, infatti, uno speciale tipo di filanca che garantisce la massima densità per il minimo diametro.

Un ulteriore elemento di unicità è dato dal fatto che la forma della lampada risulta dalla calza, non è stata disegnata e poi realizzata, al contrario, dalla sua realizzazione è scaturita la forma. Gli anelli, aperti, si infilano in apposite asole, rendendo semplice montaggio e smontaggio. Questa maneggevolezza, consente di lavare la calza e farla tornare al suo bianco originario senza che si deformi. L’idea di inserire gli anelli nel tubolare è nata osservando le nasse dei pescatori. Si dice, infatti, che il nome Falkland, sia un omaggio all’isola omonima che vive prevalentemente di pesca, del resto Munari usava dare nomi di isole a molti dei progetti che realizzava per Danese.

Falkland by Bruno Munari

Nell’immaginario di Munari, il tubo di filanca sarebbe dovuto apparire nei negozi arrotolato e venduto “al metraggio” per essere adatto a qualsiasi tipi di altezza. Questa soluzione, appariva però complicata e dunque si preferì affidarsi a tre altezze standard (53, 85 oppure 165 centimetri) confezionate, però in modo che l’assemblaggio fosse estremamente semplice. Ingombro e montaggio sono due problematiche a cui la Falkland rispose egregiamente. La lampada sta in una scatola alta pochi centimetri, si tira su e la sua forma è generata dal suo stesso peso.

Nata come lampada a sospensione, la Falkland è disponibile anche nella versione da terra ed è estremamente versatile nello stile. Raffinata ma informale, è una lampada iconica, protagonista della storia del design – presente anche al MoMA di New York – ma non è datata perché la sua estetica è senza tempo, così come il suo colore. Adatta in salotto, in un ingresso e persino in una camera da letto, nella versione più bassa.

Falkland lamp by Artemide

Oggi la Falkland è prodotta da Artemide  e rimane una delle soluzioni preferite dagli architetti e dagli utenti che desiderano dare un tocco speciale, ma informale alla propria casa.

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