Jean Prouvé era un fabbro. Già, perché uno dei più acclamati designer francesi non nasceva come architetto ma come lavoratore del ferro, formatosi negli atelier di Emile Robert e Adalbert Szabo, due mastri ferrai francesi. Ma non bisogna stupirsi di ciò, occorre piuttosto contestualizzare la sua formazione, nell’ambiente delle Belle arti francesi in cui il padre pittore e la madre pianista crescevano lui e i loro altri 6 figli. Quando nel 1931 apre il suo Atelier Jean Prouve, il mondo dell’architettura gli si schiude, dando inizio a una lunga serie di collaborazioni che lo porteranno anche ad essere nella giuria di valutazione dei progetti per il Centre Pompidou e alla scelta di quello elaborato da Richard Rogers e Renzo Piano nel 1971. Gli arredi da lui disegnati si distinguono per i supporti in lamiere piegate, pressate e saldate a sezione scatolare. Una modalità che Prouvé preferiva al tubolare, che pure caratterizzava molti arredi del primo ‘900, e in particolare lo stile Bauhaus. Questa sua impostazione rende i suoi arredi, oggi, altamente riconoscibili, e questo vale soprattutto per i progetti che Vitra, dal 2002, ha deciso di rieditare, dando vita a una delle collezioni più iconiche dell’azienda stessa. Arredi essenziali, che trasudano l’approccio artigianale di Prouvé, pur essendo entrati nel circuito di produzione industriale.

La lampada Petite Potence

Nella lampada Petite Potence (non più in produzione) e nella Potence  (ancora in produzione, nell’immagine) si esprime pienamente il Prouvé fabbro. L’aveva disegnata, in origine, per la sua casa di Nancy, e si presenta come un lungo braccio in tubolare d’acciaio con lampadina che si muove intorno a un perno installato a muro e si movimenta attraverso un pomello in legno di faggio. A vederla da sola ricorda una lampada da officina, ma in realtà si presta in modo unico ad arredare un contesto domestico, proprio grazie alla sua linea essenziale e alle proposte cromatiche raffinate e in pieno stile Vitra .

La sedia Standard

La Standard  (in copertina) rivela un approccio ingegneristico alla progettazione della sedia: i piedi posteriori, sono quelli su cui viene caricata la maggior parte del peso di chi si siede, ecco perché sono ampi e voluminosi, in scatolare di lamiera piegata e pressosaldata, mentre quelli anteriori, utili soprattutto a dare stabilità, sono in tubolare di acciaio. La seduta e lo schienale in legno sono altrettanto caratteristici di questa seduta.

Fauteuil de Salon by Vitra

La poltrona Fauteuil de Salon

Ritroviamo una configurazione simile anche nella poltrona Fauteuil de Salon . Piedi posteriori voluminosi in scatolare di acciaio e piedi anteriori esili in tubolare di acciaio. Due dettagli in più, rispetto alla Standard, la rendono comoda poltrona: sono i braccioli, costituiti da semplici bacchette in legno poggiate sul prolungamento dei piedi anteriori, e i cuscini imbottiti, disponibili in un ampio assortimento di colori.

Cité by Vitra

Cité

Cité  è quasi una lounge chair, con la sua forma inclinata che invita al relax. Fu disegnata da Prouvé nell’ambito di un concorso per la progettazione degli interni di una sala comune della residenza universitaria di Nancy, ma Prouvé stesso la volle nel suo salotto. Il telaio, ancora una volta, è in scatolare di lamiera, il rivestimento dell’unico, lungo, cuscino è in tela. Un piccolo cuscinetto è collocato sullo schienale come poggiatesta e può essere posizionato più in alto e più in basso per adattarsi all’utente. Due cinghie di cuoio sono collocate lungo i braccioli, per ingentilire l’insieme. Il risultato è una poltrona che invita al relax, a concedersi un piccolo momento di vacanza domestica.

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