Ha un nome familiare ma sembra atterrata sulla Terra da un altro pianeta: proprio come quando è stata disegnata, nel 1969, la lampada  Chiara di  Flos sorprende e sconcerta per la sua forma unica, per le sue dimensioni e per la luce che diffonde. È un progetto sopra le righe che fa pensare a una scultura più che a una lampada, eppure la sua ideazione è profondamente radicata nel metodo architettonico: si tratta infatti di un foglio di acciaio inox lucido tagliato in una sagoma particolare e arrotolato su se stesso a formare un cilindro alla base. La fonte di luce, oggi è un LED e si trova nella parte cilindrica da cui la luce si irradia verso l’alto per poi essere riflessa e diffusa grazie alla struttura e all’orientamento del cappello, che ricorda il velo di una suora.

Chiara by Flos details

La sagoma è naturalmente la chiave di volta di questo progetto e Mario Bellini , iniziò a lavorare su carta, sperimentando forme diverse prima di giungere a questa definitiva e prima ancora di prendere la matita e disegnare: “È avvenuto tutto così, successo proprio così, qualche strappo qua e là e il foglio avvolto intorno alla mia mano ha assunto, con la sua tridimensionalità, l’immagine che stavo cercando. I disegni sono arrivati dopo” racconta Bellini nel libro “Mario Bellini. Furniture, machines, objects” a cura di Enrico Morteo (Phaidon 2015). Una delle particolarità che fanno apprezzare Chiara è la non visibilità della fonte di luce che la rende misteriosa quando è accesa e molto gradevole quando è spenta. Proprio perché gli elementi tecnici, come la lampadina e tutto ciò che occorre per farla funzionare, che da spenti risultano poco belli, qui non si vedono mai. Resta la sagoma di Chiara, non facile da leggere e per questo accattivante. Del resto, l’architetto, nel suo libro “Il design spiegato ai bambini” (Bompiani 2018) racconta “Quando viene sera bisogna accendere la luce. A me non piacciono le lampade che fanno vedere le lampadine perché danno fastidio agli occhi. Allora ho sempre disegnato lampade come piacciono a me. Pensando prima a come fare la cosa giusta quando viene buio e poi alla forma da dare a questa luce. Così ho disegnato una lampadina a forma di suora che fa uscire la luce dal suo cappello bianco”. Un modo semplice di raccontare un progetto pieno di carisma e presenza scenica, rimasto fedele a se stesso negli anni, e oggetto di culto tra i collezionisti del design.

Chiara by Flos

Le novità della riedizione sono la profilatura in gomma e la possibilità di scegliere tra la classica versione da terra in acciaio inox e la piccola da tavolo. Quest’ultima molto interessante, raffinata e divertente al tempo stesso, una soluzione nuova per scrivanie, comodini, mensole e tavolini. La dimensione cambia ma la bellezza e il comfort della luce prodotta restano. La piccola è disponibile nelle varianti alluminio, grigio scuro e oro rosa.

Chiara lamp by Flos

Chiara è una lampada che riempie lo spazio ma senza arroganza e sorprende ancora, Chiara, dopo ben cinquantuno anni di vita. Sorprende perché, al contrario di altre icone degli anni ’70, ha uno stile senza tempo. Potrebbe essere stata disegnata oggi, forse anche domani ed è proprio questa la sua forza: raccontare una profonda conoscenza del progetto ma nascondere il passare del tempo. Ed è proprio ciò che ci si può aspettare da un progettista che per ben otto volte è stato insignito del Compasso d’oro.

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