Come nasce un’icona: il divano Maralunga di Vico Magistretti per Cassina

Tutto iniziò con un pugno, sferrato da Cesare Cassina contro un prototipo di divano che proprio non lo convinceva. E fu tale l’impeto che lo schienale di quel divano si piegò. Quel divano, che non entrerà mai in produzione, era stato progettato da Vico Magistretti, che proprio da quell’episodio, trasse l’ispirazione per Maralunga, uno dei più imitati imbottiti della storia del design, antesignano di tutti i divani dallo schienale regolabile che sarebbero venuti dopo.

Era il 1973 e Magistretti portò l’innovazione in un settore, quello degli imbottiti, come pure, in quegli anni, avevano fatto Michel Ducaroy con il Togo per Ligne Roset , Mario Bellini con Camaleonda per  B&B Italia e anche Afra e Tobia Scarpa con il Soriana per Cassina . Era dunque un’epoca di cambiamento per il divano, e Magistretti si distingue perché porta un’innovazione discreta, che interessa non solo le linee ma anche le possibilità di utilizzo e adattamento del divano stesso. Non a caso, nel 1979, Maralunga viene premiato con il Compasso d’oro.

“Non penso di progettare mobili e cose che avranno una vita breve, altrimenti rinuncerei in partenza. Non ho mai fatto mobili di cartone o altro materiale destinato a deteriorarsi. Secondo me, un buon disegno non deve avere mai fine, ma tende a ripetersi in un arco di tempo molto lungo e resterà valido anche fra cento anni”. Così Magistretti definiva il design di qualità e il divano Maralunga ne è una testimonianza, dal momento che, a quasi 50 anni dalla sua ideazione, non risulta datato, nei materiali, nella funzionalità e nello stile.

La collaborazione tra Magistretti e Cassina è stata, del resto tra le più importanti nel panorama del design italiano di quegli anni, da essa sono scaturite anche la libreria Nuvola (nel 1977, nell’immagine) e la sedia 905 (nel 1964): arredi iconici, su cui fare affidamento per creare un interno funzionale e con stile.

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