Cristina Celestino , architetto e designer milanese in continua ascesa negli ultimi anni, lavora come direttore creativo per marchi esclusivi e come architetto d’interni per clienti privati e importanti compagnie. Originaria di Pordenone e laureata in Architettura presso lo IUAV Università di Venezia, Cristina ha ricevuto numerosi premi e onorificenze internazionali, tra cui il Premio speciale della giuria nel "Salone del Mobile Milano Awards" nel 2016 e l'Elle Deco International Design Award nella categoria Wallcovering nel 2017 e nel 2019. In copertina: ritratto di Cristina Celestino (photo credits CEDIT Ceramiche d’Italia made in Florim).

Quali sono state le tre tappe più importanti della sua carriera?

Posso sintetizzare i passaggi più importanti della mia vita professionale in questi tre eventi, intrecciati con la mia vita privata, che però hanno avuto un risvolto lavorativo molto importante. Il mio trasferimento a Milano nel 2010 (sono passata dal lavorare su progetti di architettura a scala urbana alla collaborazione con lo studio Sawaya & Moroni, con cui ho iniziato a cimentarmi nell’interiors; dal collezionismo del design al disegnare prodotti per i miei progetti d’interni). La nascita di mia figlia nel 2013 (da quel momento ho deciso di lavorare ai miei progetti a tempo pieno e subito dopo è nato il mio ufficio) Il progetto per Fendi di Design Miami del 2016 che mi ha dato visibilità internazionale (oltre ad essere stata una bellissima opportunità progettuale).

Sergio-Rossi-collection-Cristina-Celestino-credits-Mattia-Balsamini

Ha disegnato tanti tipi diversi di oggetti, dal design alla moda, c'è un filo conduttore tra tutti?

Il mio lavoro si basa sull’osservazione continua. I riferimenti per tutti i miei progetti giocano con il mio immaginario progettuale attingendo alla storia dell’architettura, alla moda, all’arte senza dimenticare le suggestioni che arrivano dalla natura, che considero un serbatoio infinito da cui attingere. Mi interessano Milano con le sue architetture silenziose ed eleganti, i piccoli centri ricchi di storia e architetture di cui l’Italia è piena, mi intrigano gli oggetti d’uso quotidiano e quelli che scopro nelle mostre e nei musei. Tutto contribuisce a creare un mio archivio estetico che si arricchisce di giorno in giorno e diventa la base creativa per i miei progetti. Poi sono fondamentali l’incontro con il cliente (il suo briefing e la sua storia), le specificità dei materiali e delle lavorazioni. Nel progetto di interni mi sento libera di esprimere al massimo la mia progettualità (sono architetto di formazione). Mi piace molto giocare con le texture, i colori e le diverse finiture. Quando penso ad un prodotto, parto sempre da una storia e da uno spazio in cui penso l’oggetto collocato.

Cristina Celestino for 28POSTI photo credits Delfino Sisto Legnani e Agnese Bedini

Cosa determina, secondo lei, il successo di un progetto?

Tanti fattori che nel caso di un prodotto molto spesso non dipendono solo dal designer. Ogni prodotto è figlio del progettista, ma anche dell’azienda: sia dal punto di vista prettamente tecnico e dello sviluppo prodotto ma anche per una serie di scelte e decisioni che nascono dal dialogo tra designer e azienda. Il successo commerciale ? Il progetto giusto al momento giusto per l’azienda giusta ... non è facile. Basti pensare a quanti bei progetti nascono e subito vengono dimenticati, nati per aziende che hanno vita breve o non preparati a gestirli.

GTV CARYLLON DINING TABLE ROUND by Cristina Celestino

La sostenibilità è uno dei grandi temi del momento, lei fai qualcosa per rendere i suoi progetti sostenibili?

Non si può semplicemente pensare che un materiale o un prodotto siano sostenibili. Un progetto per rispondere ai principi di sostenibilità deve essere anche bello e vincente. Non è detto che realizzando un mobile con materiali ecologici il prodotto finale sia esso stesso sostenibile. La sostenibilità è figlia del buon progetto oltre che dall’utilizzo di materiali sostenibili; anche la filiera produttiva deve essere attenta alle problematiche ambientali. Dobbiamo inoltre tenere in considerazione la durevolezza del prodotto; se un prodotto di design deve essere iconico e funzionale deve, allo stesso tempo, essere duraturo nel tempo. Già questo, per me, vuol dire essere sostenibile. Quello che mi sforzo di fare nei miei lavori è di scegliere fornitori attenti a queste problematiche e che trattino con rispetto i materiali (soprattutto locali) processandoli in modo corretto. Cerco sempre di creare prodotti che spero abbiano una durata nel tempo sia materiale che concettuale.

Che rapporto ha con i social media e come gestisce questo aspetto del suo lavoro?

Seguo direttamente i social legati al mio lavoro (parlo di Instagram soprattutto). Ho aperto il mio profilo nel 2013 ed è cresciuto con me; mi piace seguirlo di persona e non lo affiderei mai a dei professionisti del settore. Non mi pesa postare le immagini e lo faccio in modo spontaneo e mai programmato. Penso che questa “spontaneità” sia premiata. Quello che emerge non è la mia vita privata ma un quadro di quelle che sono le mie ispirazioni, i miei gusti e la mia estetica, oltre che essere una vetrina per i miei progetti.

Envolée for CC-Tapis

Ci racconta come sono nati alcuni dei suoi progetti: i tavoli Caryllon  per Gebrüder Thonet Vienna  e il tappeto Envolée  per CC-Tapis ?

Quando progetto, parto spesso da un'idea molto chiara del risultato che voglio raggiungere, e del racconto che vorrei venisse veicolato al pubblico, e cerco di dialogare il più possibile con il mio committente. È successo così anche per il progetto Envolée per CC-tapis. Il mio obiettivo era lavorare ad una texture, un pattern ripetibile. Cerco sempre dei motivi non puramente geometrici ma delle forme riconducibili a temi più o meno emozionali e riconoscibili. Per questo la natura è sempre una grande fonte di ispirazione. Il tappeto Envolée riprende le ali delle farfalle, che viste al microscopio presentano colori e disegni bellissimi, nonché geometrie uniche, caratterizzate da scaglie iridescenti, ipnotiche che sembrano pennellate. L'eleganza della composizione assume quasi la consistenza di un tessuto. Ho tradotto in scala macro quanto non visibile ad occhio nudo: il motivo decorativo è così rivelato dall'alternarsi di composizioni cromatiche declinate su densità materiche differenti, dalla lane al lino. Per quanto riguardo i tavoli Caryllon questi sono caratterizzati da piani intarsiati con diverse essenze che rileggono l’estetica delle piccole scatole delle meraviglie che erano i carillon d’antan, spesso realizzati in legno, molto diffusi in passato negli ambienti borghesi. Ho scelto il legno curvato a sezione quadrata per la struttura (che rimanda alle collezioni di arredi di O. Wagner delle serie Postparkasse realizzati da Gebrüder Thonet) che dialoga a contrasto con la ricchezza del trattamento decorativo dei piani ispirati alla straw marquetry, (sofisticata tecnica artigianale di intarsio realizzato con strisce di paglia tinta nel colore, tipica dell’Art Deco). Caryllon rende omaggio al potere espressivo dell’intarsio con un appeal contemporaneo, enfatizzando la perfetta alchimia tra il savoir faire dell’azienda, la ricerca sui materiali e la mia personale visione progettuale.

Quando lavora con le aziende, loro cercano di incanalare il suo estro oppure le lasciano carta bianca?

Solitamente quando le aziende si rivolgono a me è perché hanno apprezzato la coerenza del mio lavoro e vogliono quindi che mi esprima con il mio linguaggio. Fornace Brioni, azienda specializzata nella lavorazione della terracotta per pavimenti e rivestimenti, mi ha dato carta bianca nel mio lavoro di direzione artistica cominciato 3 anni fa. Ho avuto fiducia anche dalle aziende della moda, come Sergio Rossi e Fendi: hanno individuato un’affinità fra il mio linguaggio, i loro codici stilistici con i miei progetti e mi hanno lasciata libera di interpretare il loro mondo attraverso la mia visione.

Experimental Cocktail Club Palazzo Experimental Venice Cristina Celestino photo credits Karel Balas

Può darci qualche anticipazione su ciò a cui sta lavorando adesso?

Stiamo lavorando a nuove interpretazioni del tappeto Plissé, presentato da CC tapis a M&O di Gennaio; sono impegnata nella direzione artistica di Billiani, azienda leader nella produzione di sedute in legno, da sempre legata al design; stiamo per concludere un bellissimo progetto di interni nella Costiera Amalfitana.

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